L’azienda italiana Warli, famosa per la creazione di tappeti in stile moderno in collaborazione con cooperative di artigiani in India, presenta l’ultima novità: il tappeto Damasco. L’architetto Paolo Zarli, fondatori di Warli, descrive questa nuova collezione di manufatti in termini semplici: “un omaggio ai tappeti kilim, ai pattern tradizionali rivisitati come contemporanei, alla maestria di complesse lavorazioni manuali”.

La presentazione al pubblico di ogni nuova collezione richiede mesi di prove e sperimentazioni per raggiungere l’obiettivo. Con l’assistenza di artigiani locali, Warli ha ottenuto la soluzione ideale per la produzione del tappeto kilim Damasco con l’applicazione della tecnica di ricamo a mano chiamata ‘chain stitch’ in inglese tipica della provincia del Kashmir, nel nord dell’India, applicata direttamente sul tappeto dopo la sua tessitura.

Ogni manufatto è un pezzo unico e diverso, cioè un esemplare diverso dagli altri mantenendo numerose somiglianze, proprio come succede con il tappeto kilim tradizionale della Persia e dell’Anatolia. Il designer Zarli definisce il tappeto Damasco come un “elogio dell’imperfezione esemplare”.

Cosa è un tappeto kilim
Il tappeto kilim, ghelim o kelim in lingua farsi, è un tappeto piatto, cioè senza spessore quando è confrontato con il tappeto persiano. I kilim hanno lo spessore di una bella coperta di lana, mediamente pochi millimetri e quindi la metà di un classico persiano. Inoltre la lavorazione è completamente diversa, si realizza con la tessitura molto simile al metodo degli arazzi orizzontali. Un tappeto tradizionale annodato a mano in Persia di medie dimensioni richiedi circa un anno di lavoro, nel caso del kilim tessuto a mano bastano poche settimane.
